Di Jaya Ramachadran
IDN GINEVRA – Un importante rapporto pone l’attenzione sulla salute e il futuro di bambini e adolescenti di tutto il mondo, esposti a una minaccia immediata da degrado ecologico, cambiamento climatico e pratiche di sfruttamento nel marketing che mirano a far consumare ai bambini cibo da fast food fortemente trasformato, alcol e tabacco.
Il rapporto, redatto da una Commissione di oltre 40 esperti di salute infantile e adolescenziale di tutto il mondo, rileva che “i bambini si trovano sull’orlo di una crisi climatica” e “non un solo Paese sta tutelando in modo adeguato la salute dei bambini, il loro ambiente e il loro futuro”.
La Commissione, convocata da Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) e The Lancet, auspica “un nuovo movimento globale” per mettere i bambini al centro degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG). Il rapporto, intitolato “Quale futuro per i bambini del mondo?”, è stato reso pubblico il 19 febbraio.
“Nonostante dei miglioramenti nella salute infantile e adolescenziale negli ultimi 20 anni, i progressi si sono interrotti e sono destinati a invertirsi,” ha dichiarato la Copresidentessa della Commissione, Helen Clark, 37° Primo Ministro della Nuova Zelanda dal 1999 al 2008 e Amministratrice del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) dal 2009 al 2017.
Clark ha sottolineato come, secondo le stime, 250 milioni di bambini sotto i cinque anni nei paesi a medio-basso reddito siano a rischio di non raggiungere il loro potenziale di sviluppo, secondo una misurazione indicativa degli indici di arresto della crescita e povertà. “Ma ciò che deve preoccupare ancora di più è che ogni bambino di qualunque parte del mondo ora subisce una minaccia esistenziale a causa del cambiamento climatico e di pressioni commerciali.”
Clark ha aggiunto: “I vari Paesi devono riformulare il loro approccio alla salute infantile e adolescenziale, per far sì che non ci limitiamo a prenderci cura dei nostri figli oggi, ma proteggiamo il mondo che erediteranno in futuro.”
Il rapporto contiene un nuovo indice globale che compara la performance di 180 Paesi in tre ambiti: la valorizzazione dell’infanzia, comprese misurazioni di indicatori del tasso di sopravvivenza e benessere infantile, come la salute, l’istruzione e la nutrizione; la sostenibilità, con una misurazione indicativa delle emissioni di gas serra; l’equità, ossia i divari di reddito.
Secondo il rapporto della Commissione, se da una parte i Paesi più poveri devono fare di più per aiutare i loro bambini a vivere una vita sana, le eccessive emissioni di carbonio – imputabili in misura sproporzionata ai Paesi più ricchi – minacciano il futuro di tutti i bambini. Se il riscaldamento globale supererà i 4 gradi centigradi entro il 2100, in linea con le proiezioni attuali, ci saranno conseguenze devastanti per la salute dei bambini, dovute all’innalzamento del livello degli oceani, a ondate di calore, alla proliferazione di malattie come la malaria e la dengue, nonché alla malnutrizione.
L’indice mostra che i bambini trovano in Norvegia, nella Repubblica di Corea e nei Paesi Bassi le migliori possibilità di sopravvivenza e benessere; all’estremo opposto i bambini di Repubblica Centrafricana, Chad, Somalia, Niger e Mali.
Tuttavia, nel momento in cui gli autori hanno tenuto conto delle emissioni di CO2 pro capite, i Paesi al vertice hanno visto ribaltarsi la classifica, con la Norvegia al 156° posto, la Repubblica di Corea al 166° e i Paesi Bassi al 160°. Ciascuno di questi tre Paesi ha un’emissione di CO2 pro capite superiore del 210% rispetto al rispettivo target per il 2030. Fra i dieci peggiori Paesi per emissioni troviamo Stati Uniti d’America, Australia e Arabia Saudita.
“Oltre 2 miliardi di persone vivono in Paesi il cui sviluppo è ostacolato da crisi umanitarie, conflitti e disastri naturali, problemi sempre più legati al cambiamento climatico,” ha dichiarato la Ministra senegalese Awa Coll-Seck, Copresidentessa della Commissione.
“Anche se alcuni fra i Paesi più poveri hanno fra i livelli più bassi di emissioni di CO2, molti sono esposti nel modo più duro all’impatto di un clima che sta cambiando rapidamente. Creare condizioni migliori oggi per permettere ai bambini di sopravvivere e prosperare a livello nazionale non deve avere il costo di pregiudicare il futuro dei bambini a livello mondiale.”
Gli unici Paesi in regola con la tabella di marcia per conseguire i target di emissioni di CO2 pro capite entro il 2030 che hanno anche una buona performance (nei primi 70) quanto a misure per la valorizzazione dell’infanzia sono: Albania, Armenia, Grenada, Giordania, Moldavia, Sri Lanka, Tunisia, Uruguay e Vietnam.
Il rapporto, inoltre, sottolinea la specifica minaccia posta ai bambini dalle pratiche dannose di marketing. Le prove raccolte indicano che, in alcuni Paesi, i bambini vedono ogni anno ben 30.000 pubblicità solo in TV, mentre l’esposizione dei giovani alle pubblicità di prodotti di vaping (sigarette elettroniche) è aumentata di oltre il 250% negli Stati Uniti d’America in due anni, raggiungendo oltre 24 milioni di giovani.
Il Prof. Anthony Costello, uno degli autori della Commissione, ha richiarato: “L’autoregolamentazione da parte del settore ha fallito. Studi condotti in Australia, Canada, Messico, Nuova Zelanda e Stati Uniti d’America – oltre a molti altri – dimostrano che l’autoregolamentazione non impedisce alle industrie di farsi pubblicità presso i bambini.
“Ad esempio in Australia, nonostante l’adesione del settore all’autoregolamentazione, gli spettatori in età infantile e adolescenziale erano ancora esposti a 51 milioni di pubblicità di prodotti alcolici in un solo anno di trasmissioni televisive di football, cricket e rugby. E la realtà potrebbe anche essere molto peggiore di così: abbiamo pochi dati sull’enorme espansione della pubblicità sui social media e sugli algoritmi mirati ai nostri bambini.”
L’esposisione dei bambini al marketing commerciale di cibo spazzatura e bevande zuccherate è associata all’acquisto di cibi non sani, al sovrappeso e all’obesità, stabilendo un legame fra il marketing predatorio e l’allarmante aumento dell’obesità infantile. Il numero di bambini e adolescenti obesi è aumentato da 11 milioni nel 1975 a 124 milioni nel 2016 – si è cioè moltiplicato per 11, con terribili costi per il singolo e la società.
Il Dott. Richard Horton, caporedattore del gruppo di riviste The Lancet, ha dichiarato: “Abbiamo una grande opportunità. Abbiamo le prove. Abbiamo a disposizione gli strumenti. Dai Capi di Stato alle amministrazioni locali, dai leader ONU ai bambini stessi, questa Comissione auspica la nascita di una nuova era per la salute infantile e adolescenziale. Serviranno coraggio e impegno per riuscire. Questa è la più grande sfida a cui la nostra generazione è chiamata.”
“Dalla crisi climatica all’obesità, alle pratiche dannose di marketing commerciale, i bambini di tutto il mondo si ritrovano a combattere contro minacce inimmaginabili solo poche generazioni fa,” ha dichiarato Henrietta Fore, Direttore esecutivo dell’UNICEF.
“È tempo di ripensare la salute infantile, in modo da mettere i bambini in cima all’agenda per lo sviluppo di ogni Governo e il loro benessere al di sopra di ogni altra considerazione.”
“Questo rapporto mostra che i decision maker mondiali in troppi casi stanno fallendo nei confronti dei bambini e dei giovani di oggi: fallendo nel proteggere la loro salute, fallendo nel proteggere i loro diritti e fallendo nel proteggere il loro pianeta,” ha dichiarato il Direttore Generale dell’OMS Dott. Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Questo deve essere un campanello d’allarme che induca i Paesi a investire nella salute e nello sviluppo dei bambini, far sì che le loro voci vengano ascoltate, proteggere i loro diritti e costruire un futuro a misura di bambino.” [IDN-InDepthNews – 24 febbraio 2020]
Crediti fotografici: PAHO/WHO/Fernando Revilla: Fonte: OMS